Fanno dunque parte dell’alberatura della antica strada di accesso a quella che una volta era un'azienda agricola ed avevano come funzione quella di garantire ombra ai carretti che trasportavano il raccolto dei campi.
Sembra che anche i seggi del coro della Cattedrale di Palermo siano stati fatti con il legno di quei vecchi platani. Quelli rimanenti vengono ancor oggi chiamati Platani di Goethe perché il poeta si sedeva sotto la loro già folta chioma forse per ammirare uno dei ficus magnolioides più grandi d'Europa che con loro condivide lo spazio in questo bellissimo parco.
Il Platano più grande di questo antico viale oggi concorre per questo trofeo in rappresentanza di una storia millenaria dove i platani dell'isola hanno vissuto tutti gli eventi dell'isola, dai greci, all'arrivo di Napoleone e fino all'Unità d'Italia.