Kauri
Abbiamo esplorato quasi tutta l’isola del nord in tre mesi di permanenza, lavorando anche con le ditte che si occupavano di manutenzione e gestione dei boschi e dei giardini, ma abbiamo dovuto arrenderci all’idea che la sua bellezza e la sua unicità è stata, purtroppo, irrimediabilmente distrutta dall’arrivo dei primi colonizzatori e dalla loro cupidigia.
Le enormi foreste di Kauri millenari (Agatis australis) sono state devastate e distrutte per vendere in tutto il mondo il suo famoso “legno d’oro” e i prodotti da esso derivati. Forse nessun albero è stato così sfruttato in ogni sua parte come questo patriarca, che copriva con le sue foreste praticamente tutta l’isola del nord e che costituiva il tessuto vitale all’interno del quale le tribù locali si muovevano e da cui traevano sostentamento. I Kauri avevano dissodato, in millenni di esistenza, le grandi colate vulcaniche, trasformandole in soffice e vitale terreno, avevano modificato il clima dell’isola con la continua traspirazione delle loro chiome e con l’imponente loro ergersi a controllare gli sferzanti venti oceanici, avevano creato una foresta unica nel suo genere, per specie e per complessità.
Ma i primi coloni europei avevano subito adocchiato quegli enormi fusti di oltre quattro metri di diametro che si ergevano verso il cielo privi di rami e di nodosità per oltre 20 metri e che una volta tagliati, a causa del loro lentissimo accrescimento, si mantenevano inalterati e imputrescibili senza alcun bisogno di stagionatura.
Si erano subito accorti delle potenzialità di quel legno durissimo e bellissimo, vergato di fibre color oro, della incredibile possibilità di produrre
tavoloni immensamente larghi e lunghi, praticamente impossibili da reperire altrove.
Avevano così iniziato un’operazione di disboscamento e esportazione via nave di legname fino ad allora senza precedenti. Milioni di tonnellate di legname di Kauri partivano quasi giornalmente dalla Nuova Zelanda per arrivare in Europa e in America. Una volta esauriti gli alberi vicino alle coste, costruendo chilometri di strade nelle foreste vergini, i nuovi padroni dell’isola hanno depredato anche la foresta all’interno.