Sul quarto larice abbattuto dal vento nel 1930 sembra siano stati contati più di 2.000 anelli di accrescimento, ma realisticamente potrebbero avere oltre 800 anni. I tre sopravvissuti, segnati da tempeste e intemperie, vengono considerati comunque tra le più antiche conifere di questa specie presenti in Europa. Tutta la cima del larice più alto è disseccata, colpita da un fulmine.
Il secondo larice presenta un’enorme cavità ed è spezzato a 6 metri d'altezza: un ramo laterale ha di conseguenza assunto il ruolo di cima e nonostante solo una ridottissima parte del tronco pulsi la vita, questo continua a germogliare e ha già raggiunto i 22,5 metri.
I 3 larici millenari, sono quindi evidenti simboli della tenace volontà di sopravvivenza della natura.
In passato la resina di larice veniva raccolta per mezzo di appositi fori ed utilizzata sia come rimedio naturale che come materia prima per l'industria. Il legno di larice, ricco di resina, è estremamente resistente alle intemperie ed è l'elemento caratteristico dei masi. Un tetto di scandole in larice può resistere per ben 80 anni.
I vecchi alberi costituiscono un vero microcosmo di licheni, funghi, alghe, muschi e larve d'insetti.