Tree of the Year
Italia 2019
Si sono concluse il 21 novembre (giornata nazionale dell'albero) le votazioni per scegliere tra le querce italiane il Tree of the Year 2019!
L'Italia sarà rappresentata in Europa dalla Quercia Vallonea (Tricase - Puglia).
Il 30 novembre, all'interno del convegno internazionale Giant Tree Days, sono state premiate tutte le querce che hanno partecipato al contest italiano e in particolare è stata presentata la quercia vincitrice. In tale occasione, le comunità di riferimento (istituzioni, associazioni e territori) hanno potuto incontrare il Comitato Tecnico Scientifico della Giant Trees Foundation e concordare la tipologia di intervento per la tutela e salvaguardia della pianta stessa.

Quercia Vallonea di Tricase
La Quercia Vallonea di Tricase è l'albero più antico del Salento: 700 anni, 700 metri quadrati di foltissima chioma ed un tronco di 4,25 metri. E' candidata a diventare patrimonio nazionale dell'UNESCO e nell'anno 2000 il WWF l'ha identificata come "Albero-Simbolo" del Salento e della Puglia.
Questa specie è poco rappresentata sul territorio nazionale e quindi anche per questo ancora più preziosa.
Come spesso accade, molte sono le leggende che vengono tramandate nelle tradizioni locali sui grandi alberi, per questo la Quercia Vallonea di Tricase è conosciuta anche come "Quercia dei cento cavalieri". Si narra, infatti, che Federico II, durante una sua visita in Terra d’Otranto, in seguito agli scontri avvenuti a Barletta, abbia trovato riparo sotto la chioma della quercia insieme ai suoi cento cavalieri durante un forte temporale.
La quercia ha sempre rappresentato per il territorio salentino un simbolo ma anche un supporto all'economia locale perché dalle sue ghiande si ricavava il "tannino", una sostanza utilizzata nella concia delle pelli.

Quercia di Fossalta
La Quercia di Fossalta, o la Vecja, com'è stata familiarmente ribattezzata dagli abitanti del luogo, si trova vicino a Portogruaro, in provincia di Venezia, ed affonda le sue radici accanto alla piccola Chiesa di Sant'Antonio di Villanova di Fossalta. Cresce attorcigliata su se stessa, caratteristica che le permette di rimanere in piedi nonostante il tronco completamente cavo.
E’ ultracentenaria, si stima abbia circa seicento anni, con un'altezza che sfiora i sedici metri ed una circonferenza di dieci. Fin dagli anni ‘70 è stata riconosciuta fra gli alberi monumentali d’Italia.
Nonostante l'età ed i numerosi acciacchi di cui ha sofferto durante il corso degli anni, che la rendono fragile e bisognosa di continue attenzioni, avanza nella sua vecchiaia continuando a vestirsi di un fogliame brillante e rigoglioso. Una nonna attempata che esprime l'amore per la vita anche nell'incertezza di quel che sarà il futuro.

Leccio dell'Etna
Lo chiamano anche il “llice di Carrinu”, a memoria del vecchio proprietario del terreno in cui affonda le sue radici. E' un grosso leccio, nato lungo le falde dell’Etna, vetusto ed imponente benché circondato da piante più giovani nate dai suoi semi e da un terreno scosceso e desolato.
Si erge per più di venti metri con una chioma che si espande per oltre 40 metri di diametro, poggiando fin quasi sul terreno i possenti rami dal caratteristico fogliame scuro. La sua voglia di vivere sfida da centinaia d’anni le ire del vulcano e le colate laviche che lo rendono un simbolo di imponente resistenza. Forse è stato avvantaggiato dall'essere nato su una collinetta che l'ha protetto dalle frequenti colate che arrivano fin quasi a lambirla. La vecchia quercia mantiene tutti i suoi figli attorno ad equa distanza facendo rispettare con dolcezza ma anche con autorevolezza il suo spazio vitale.
Non la si raggiunge facilmente: la sua visita richiede una conoscenza del territorio ma sicuramente è un'escursione affascinante nella natura siciliana.
Quercia delle Checche
La Quercia delle Checche (il nome deriva dalla grande quantità di gazze che trovano riparo tra i suoi rami) è stata riconosciuta come il primo monumento verde in Italia e sua la ruvida corteccia è ammantata di storia e di racconti popolari che l'hanno accompagnata lungo i suoi trecento e cinquant'anni.
Sorge in Val d'Orcia, in provincia di Siena, e si leva verso il cielo per quasi venti metri d'altezza allungando le sue braccia per oltre 25 metri.
Tanto tempo fa faceva parte di un intero bosco di querce ed è sopravvissuta al taglio solo per la sua imponente mole. Ha conosciuto ben più di una guerra ed è stata utilizzata anche come nascondiglio da parte dei partigiani durante il secondo conflitto mondiale. Purtroppo non ha potuto difendersi dall'insipienza dell'uomo amplificata da eventi atmosferici che, in tempi più recenti, l'hanno pesantemente danneggiata.
Nonostante il crollo di due importanti branche, le cure amorevoli di volontari e tecnici le hanno permesso di attrarre visitatori da ogni dove e di continuare a offrire riparo agli uccelli che le tengono compagnia.