Il progetto Fai Nascere un Bosco Nuovo
ha preso lo spunto dalle alluvioni del mese di ottobre 2018 (Tempesta Vaia)
che hanno sconvolto i territori delle Regioni del Nord Est Italia. Riteniamo che la tragedia che ha investito il nostro Paese e nello specifico il Friuli, dove la Fondazione è nata, con eventi climatici di proporzioni disastrose che hanno spazzato via intere foreste con milioni di metri cubi di alberi distrutti, debba farci riflettere profondamente.
Il progetto è iniziato il novembre 2018 con una prima fase di recupero e raccolta di punte degli abeti schiantati affinché siano simbolicamente utilizzati come alberi di Natale e di ramaglie e pigne per la creazione di "confezioni" natalizie, con il coinvolgimento di insegnanti, volontari e ragazzi delle scuole medie e superiori. Questi lavori, assieme alle cime degli alberi caduti,sono stati messi a disposizione di Enti pubblici e Privati cittadini per una raccolta fondi a favore dei territori colpiti. I fondi raccolti sono utilizzati per creare lotti di boschi sperimentali nelle zone alluvionate capaci di resistere alle nuove sollecitazioni climatiche e allo stesso tempo di garantire un ritorno economico, paesaggistico e turistico per le popolazioni della Carnia.
Il progetto prevede la realizzazione di boschi pseudonaturali sperimentali sotto la supervisione della Università di Udine con la quale già collaboriamo. I boschi saranno realizzati nei Comuni colpiti dall'inondazione di fine ottobre 2018 dai quali abbiamo prelevato il materiale.
Attualmente abbiamo previsto due fasi operative.
La prima porterà all’impianto dei nuovi boschi nell’arco dei prossimi 3-4 anni, con una spesa di realizzazione pari a circa 60.000 €/ha per la pulizia degli alberi caduti, la preparazione del terreno, le eventuali opere di bioingegneria per consolidare i versanti mediante l’utilizzo del legname recuperato dagli alberi schiantati, l’acquisto e la posa di piante forestali di diverse specie e misure anche attraverso l'esperienza educativa della Forest Summer School.
Si prevede di intervenire nei Comuni di Ampezzo, Sappada, Moggio Udinese, Pesariis, Tarcento, Montenars.
La seconda fase sarà necessariamente quella di gestione, manutenzione, valorizzazione e studio, assieme all'Università di Udine, dei diversi appezzamenti realizzati e dovrebbe estendersi come minimo ai 10 anni successivi all’impianto.
I risultati che ci attendiamo sono quelli di far crescere nuovi boschi, il più vicini possibile alle condizioni di naturalità delle zone in cui andremo ad intervenire, in maniera tale da ottenere tutti i benefici di una foresta sana (salvaguardia idrogeologica, aumento della biodiversità, sequestro di anidride carbonica, miglioramento dell’ambiente etc) ma anche permettere un ritorno economico alle popolazioni residenti, sia attraverso le operazioni colturali necessarie per la cura del bosco, sia, indirettamente, grazie alle attività connesse a vario titolo nella cura della foresta, che dovrebbero essere stimolate in seguito a questa prima fase di gestione dell’emergenza.
Inoltre il miglioramento delle conoscenze e del know how che potrà derivare dagli studi scientifici collegati al progetto (Università) e da quelli didattico-operativi (Istituti tecnici agrari e forestali) a disposizione degli studenti e degli insegnati coinvolti avrà un riscontro tangibile e concreto sulle nuove generazioni che saranno chiamate ad affrontare sempre più spesso problematiche di questo genere.
Attualmente i Comuni in cui stiamo lavorando sono Sappada, Ampezzo, Moggio Udinese, Tarcento, Montenars Pesariis, in collaborazione con l'Università di Udine, gli istituti tecnici di Cividale, Pozzuolo, Tolmezzo, Spilimbergo, Gradisca, Conegliano e Genova e le Direzioni Regionali coinvolte.
Tra i beneficiari principali vi saranno quindi le popolazioni e le imprese dei Comuni alluvionati, gli studenti degli Istituti tecnici e delle Università coinvolte, gli Enti territoriali, gli enti turistici e i fruitori diretti e indiretti di una nuova realtà forestale.
Inoltre speriamo anche di riuscire a coinvolgere le persone affette da disabilità, poiché vorremmo poter dare loro l’opportunità di partecipare, attraverso apposite iniziative e percorsi, al lento nascere e crescere del bosco. Questa ultima parte del progetto, naturalmente ancora in fase di studio, discende dall'idea di ricostruire parte del bosco del Passo del Pura in comune di Ampezzo, poiché, già prima del disastro, costituiva il sito in cui stavamo progettando un percorso sensoriale per non vedenti dal nome: Annusare il Bosco (https://www.gianttrees.org/it/progetti/annusare-il-bosco-l-albero-visto-dai-non-vedenti).
La prima fase del progetto: Per Natale fai nascere un bosco nuovo ha suscitato notevole interesse mediatico ed è stata diffusa a più riprese dagli organi di stampa nazionali (Avvenire, Messaggero, Il Giornale, La Repubblica, Il Tempo e molti altri) e locali (Messaggero Veneto, UdineToday, Gazzettino etc) oltre che su vari canali web e TV (Studio Aperto, Rai Radio 2, Rai 3)
Attualmente il progetto è iniziato anche con la realizzazione di 5 sessioni della Forest Summer School che hanno coinvolto oltre 500 persone tra volontari, insegnati e studenti, e con la realizzazione della fase progettuale per il recupero del sentiero didattico per ipovedenti del Passo del Pura
Prevediamo comunque un’informazione capillare sullo stato di avanzamento del progetto sia sui social che sui media e una valutazione annuale dell’impatto sociale che il progetto otterrà condotta da un soggetto terzo.
Coordinatori del progetto: dottori forestali Gianluca Barnabà e Giovanni Caron
Per info: info@gianttrees.org
Guarda i servizi TV relativi al Progetto Fai Nascere un Bosco Nuovo - 2018
Puoi sostenere questo progetto: https://www.gianttrees.org/it/sostienici indicando nella causale "Fai Nascere un Bosco Nuovo"