Mi sono fermato
quasi congelato
da questo evento drammatico e traumatico, che ha toccato tutto il pianeta. E ho dovuto farmi delle domande. Sul futuro del mondo, sul nostro futuro. Sul futuro dell'Uomo, della Natura, del mio lavoro, della fondazione, di me. Non ho trovato risposte e sono crollato in un baratro vuoto. Per oltre due mesi mi sono svegliato, ho accudito i miei animali e mi sono dedicato esclusivamente a lavori manuali, oltre che al mio doveroso smart work. Ho parlato con pochi, non ho scritto nulla. Ho perso la fiducia nella comunicazione di massa e nei suoi risultati guardando ciò che accadeva attorno a me, accendendo il pc e vedendo cosa appariva sul web. Parole, chiacchiere, giudizi, informazioni vere farcite di idiozie, un mondo che sempre meno mi è piaciuto e a cui non voglio più appartenere.
Mi è risultata chiara solo una cosa: dovevo tornare alle origini. Alla Terra. A questa Madre pura, dolce e meravigliosa. Non occorreva più viaggiare, scoprire, andare lontano (anche se il desiderio esplorativo non può morire in me). Ma era necessario un inverno sotto la neve per rinascere, ancora una volta.
Il seme si svuota e muore per dar luce a una nuova radice, a nuove foglie.
Così mi alzo ogni mattino, quasi senza più forze, ed esco a guardare i monti, i boschi, gli animali attorno a me. Che semplicemente "VIVONO".
Ecco, ora, anche io
devo semplicemente vivere, cambiare, reiterare, ricrescere, proprio come fanno gli alberi, dopo un fulmine, una tempesta, un evento traumatico.
Questo periodo mi ha riportato alla Terra. Spero all'essenziale. Non vorrei più apparire ma essere. Semplicemente. Perchè la Terra non vuole ragionamento, non vuole sovrastrutture, non ha bisogno di soldi o apparenze per ESSERE. Le basta un raggio di sole, un po' di acqua e quell'ENERGIA chimica che attraversa e viaggia tra tutti i viventi, quella che noi, quando siamo illuminati, riconosciamo e chiamiamo Amore.
Essenziale. Semplice.
L'unica cosa che vale sono i rapporti, quelli veri. Quelli che ti sostengono la Vita.
Come lo sono i rapporti degli alberi nel bosco.
di Andrea Maroè