Osservo muto, girando per le città e per le campagne alberi ridotti a manichini
Tagliati per paura, inesperienza, ignoranza, cattiveria o stupida saccenza, senza alcuna cognizione di fisiologia, patologia, meccanica.
Tagliati. Non potati. Tagliati solo perchè qualcuno in mano aveva una motosega. Solo perchè qualcuno aveva sentito il bisogno di castrare un albero sano. CAPITOZZATI. Ogni volta mi assale prima lo sgomento e poi la rabbia. Da oltre trent'anni combatto questa disastrosa pratica perpetrata sugli alberi che non può considerarsi potatura. E fin da giovane preferivo abbattere un albero capitozzato piuttosto che vederlo soffrire, privato perfino della sua dignità di essere "Un Albero".
Ma invecchiando ho iniziato a non voler abbattere alberi, e a pensare che si poteva lasciar loro una chance, una possibilità, anche a quelli mutilati. Ho iniziato a pensare che anche io potevo cercare di essere come loro. Paziente. Col tempo ho cominciato ad apprezzare l' incredibile attaccamento alla vita degli alberi. Perfino nelle condizioni più assurde. perfino quando si poteva dire senza ombra di dubbio "non c'è più nulla da fare", l'albero, resilientemente paziente, risorgeva come fenice, dalle sue ceneri. Attraverso una radice, un seme, un ramo, una singola cellula. Non c'era modo di fermare la sua sete di vita. E sempre più costantemente ho iniziato a pensare con rispetto all'accanita lotta per la sopravvivenza di cui era costantemente protagonista. Ma qualcosa ancora mi sfuggiva di questo essere incredibile ed eterno. Poi, in un attimo, l'altro giorno ho capito. Tutto improvvisamente mi è stato chiaro. Un messaggio su What's up di mio figlio. Il link di una canzone, titolo: Albero.
Inizio ad ascoltarla distrattamente
La canzone è strana. mi incuriosisco
"Dove vai a faticare verso l'alto come un matto?" " quelle dita così affusolate perchè combattono contro questa gravità?" Il tuo cervello è presente in ogni muscolo. E per questo riesci ad essere equilibrato. In ogni casuale formazione. Armonicamente contrappesato. Non hai bisogno di spostarti. Per darti una direzione. La tua crescita è di per sé la più grande opera che tu abbia mai deciso di incominciare". Incredibile. Un artista capiva più di me. o per lo meno mi suggeriva. Tutto sembrava perfetto. Tutto molto bello, ma qualcosa ancora non mi tornava. Anche io da sempre avevo pensato che gli alberi dovessero sempre combattere nella loro vita: contro chi li tagliava, contro i fulmini, il vento, il maltempo, gli insetti, i funghi, gli altri alberi. Combattere per sopravvivere. E questo è quello che ci è sempre stato insegnato. Gli alberi nella foresta combattono per la luce, per lo spazio, per l'acqua, gli elementi nutritivi, per sopravvivere ai funghi, agli insetti. E in città contro l'asfalto, i sotto servizi, le potature malfatte, le buche troppo piccole, il taglio delle radici, il compattamento.... Gli alberi combattono sempre.
Ma finalmente mi si illumina il pensiero.
E' una grandissima menzogna! Gli alberi non combattono mai!
Noi siamo nati con la guerra nel sangue, ci sentiamo il centro dell'universo e quindi, antropizzando pure loro, pensiamo che siano costantemente in lotta. Invece gli alberi non combattono mai! Gli alberi accolgono qualsiasi cosa come un dono, non come una sfida, non come una guerra. Un fulmine li brucia? imparano a curarsi, il vento li rompe? fanno crescere gemme nuove, i parassiti li attaccano? studiano sistemi per renderli inoffensivi, il terreno che li ospita non è adatto? provano a cambiarlo, manca l'acqua? risparmiano vapore e via di questo passo, su tutti i fronti. Teneramente, tenacemente, pazientemente, intelligentemente resilienti. L'uomo li taglia male? Li capitozza? Ancora una volta reagiscono e ricostruiscono una chioma. Perchè abbatterli? Solo perchè son brutti?. Un albero capitozzato è il miracolo di un albero che rinasce, ricresce, nonostante la nostra ignoranza e stupidità. Ma è anche la terribile fotografia di quanto siamo presuntuosi e sprezzanti della vita che permea ogni cellula in questi incredibili esseri verdi. Un albero capitozzato è un quadro. E' l'inno alla vita che esplode da un tronco martoriato. Ma è anche l'indubbio giudizio che questi esseri di lunga vita danno al nostro agire, non solo su ciò che facciamo a loro, ma su tutto quello che abbiamo fatto, facciamo e faremo all'intero nostro pianeta. E Loro resteranno.... oltre la nostra stupida presunzione.