La Paulownia

Pubblicato da Giant Trees Foundation il 26 Febbraio 2021
Articolo

di Gianluca Barnabà

La prima volta che ho sentito nominare l’albero della Paulownia è stato durante il corso universitario di Arboricoltura da frutto e da legno. In quell’occasione la Paulownia è stata solamente citata come ipotetica pianta da poter utilizzare, particolarmente bella, ma niente di più. Questa pianta però mi aveva incuriosito, sia per la notevole dimensione delle foglie che per le infiorescenze colorate di un colore blu-lilla pastello, molto gradevole alla vista. Tempo dopo, sempre in ambito universitario, torno ad imbattermi nella Paulownia. Questa volta viene classificata dal professore che teneva la lezione di selvicoltura speciale come una macchina da legno, nel senso che questa specie è capace di produrre ingenti quantità di legno in poco tempo.

Non c’è due senza tre solitamente, perciò non poteva mancare un terzo incontro con la Paulownia. Questa volta però la conoscenza, per così dire, si fa più stretta. Con il Progetto Paulownia della Giant Trees Foundation la comprensione di questa specie arborea si fa molto più dettagliata.

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La Paulownia Siebold & Zucc., 1835 è un genere di piante arboree appartenente alla famiglia delle Paulowniacee, tipiche de i territori del’est asiatico ed è stata portata qui da noi agli inizi dell’800 dalla Compagnia delle Indie Orientali. Il nome Paulownia è stato dato dal naturalista Philip Franz Von Siebold come omaggio a Anna Pavlova Romanova, figlia di Paolo I Imperatore di Russia. In Giappone invece questo albero è chiamato Kiri, ma nel mondo è conosciuto come Princess tree, albero della vita, fox glove tree o Empress tree.

Come già accennato la particolarità di questo genere sono le foglie, cuoriformi, molto grandi che consentono a questa pianta di produrre molte sostanze energetiche (glucosio dalla fotosintesi clorofilliana) da poter utilizzare nell’accrescimento, sia verso l’alto che in senso radiale. Può infatti raggiungere e superare i 30 metri di altezza e in condizioni ottimali in 2 anni raggiunge anche i 5 metri!

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Il fiore di 5-7 cm, di colore blu-lilla, sbocciano a fine primavera e sono, botanicamente parlando, a pannocchia piramidale di 20-30 cm riuniti in grandi corimbi. Non a caso proprio per la bellezza della sua fioritura spesso viene usata come pianta ornamentale nei giardini e nelle città. I frutti invece maturano in autunno e sono capsule ovoidali del diametro di 4-5 cm, prima di colore verde e poi marrone scuro che contengono al loro interno migliaia di semi alati lunghi 3-4 mm.

L’apparato radicale è a forma di ombrello e solitamente raggiunge una profondità massima di 1-1,5 m mentre la radice centrale fittonante può arrivare anche a 8-9 m. La Paulownia inoltre si adatta a diversi tipi di terreni, a patto che non ci sia una percentuale troppo elevata di argilla e problemi di ristagno idrico. Si adatta inoltre a molti tipi di climi e certi cloni possono resistere fino a +45 -30 °C ed hanno pure un’ottima resistenza alla siccità. 

la Paulownia tomentosa è la specie più conosciuta da noi, ma oltre alla tomentosa esistono altre 20 specie, tra queste le più utilizzate o conosciute sono la elongata, la fortunei, la kawakamii, la catalpifolia, la taiwaniana e la fargesii. La elongata si presta più come pianta ornamentale grazie alla sua ampia chioma e fioritura molto colorata. Certi cloni della tomentosa invece, vengono utilizzati nelle piantagioni di arboricoltura da legno fornendo un ottimo legname da opera. Può fornire molti altri prodotti o sottoprodotti, ma questa è un’altra storia…