La Natura chiede il conto
Migliaia, milioni di alberi caduti, torrenti e fiumi in piena, frane, case distrutte. Morti.
Ma non è un fatto eccezionale.
Non nascondiamoci dietro la natura maligna, dietro gli alberi pericolosi.
E' solo un avviso, che ancora il Mondo naturale ci invia. Abbiamo sfruttato troppo, abbiamo consumato suolo utile, abbiamo tagliato foreste, incanalato fiumi, piantato boschi monospecifici su suoli sdrucciolevoli, siamo venuti a vivere in città perché vivere in montagna è duro. Abbiamo lasciato incolti interi territori. Non è un evento eccezionale il disastro cui stiamo assistendo. E' ciò che per milioni di anni è accaduto in Natura. Come si sono formati i continenti, le valli, le colline, le montagne, le foreste, i nuovi ecosistemi. Terremoti, esplosioni vulcaniche, placche tettoniche che si muovono, incendi, trombe d'aria, glaciazioni. E' sempre accaduto. Ma ora l'uomo, l'essere più intelligente di questo vivo pianeta, ha esagerato con la sua superbia. Ha pensato di conoscere le leggi che regolano il mondo, è stato convinto di saperle piegare alla sua avidità, sete di danaro e potere.
"Gaia", questo pianeta vivo che chiamiamo Terra, semplicemente non ci sta.
E ce lo fa sapere.
Sono convinto che non abbiamo più molto tempo per correre ai ripari, per cercare di rimediare ai disastri che soprattutto negli ultimi 100 anni abbiamo fatto a questo povero e indifeso ma incredibilmente splendido pianeta che ci fa vivere. E la salvaguardia intelligente e accorta delle foreste, e quindi del territorio dove vivono, degli alberi giganti e del secolare sapere che custodiscono è il primo e più importante passo per salvare la Terra e quel piccolo popolo che è l'Uomo. Questo andremo a dire al VI Congresso Nazionale di Selvicoltura a Torino la prossima settimana a chi si occupa della gestione delle foreste. Ma questo vogliamo dire a tutti, perché ognuno è responsabile del suo piccolo pezzetto di "Terra".