Bisogno di stare insieme.
E’ quello di cui avevano bisogno molti studenti
al termine di quest’anno scolastico trascorso in modo ondivago tra didattica in presenza e on-line. Un bisogno reale. Per soddisfarlo sono venuti in aiuto la Giant Trees Foundation e il comune di Ampezzo che hanno messo a disposizione le loro strutture: la Baita Torino e il rifugio Tita Piaz al passo Pura in seno al progetto della Forest Summer School, giunto alla sua terza edizione.
In questa settimana l’obiettivo era ripristinare il sentiero per non vedenti e ipovedenti distrutto dalla tempesta Vaia nel 2018 e dalle abbondanti nevicate del 2020. Impresa non da poco considerando che i 25 fortunati giovani del Liceo Galileo Galilei di Trieste, che hanno aderito all’iniziativa, non erano certo tutti avvezzi ad usare picconi, pale, scortecciatoi, asce, roncole, zappini, tiratronchi, tenaglie e seghe.
Ma alla fine ce l’hanno fatta, si sono sostenuti ed aiutati. E’ vero, qualcuno ha lavorato di più, qualcuno di meno, è inevitabile, ma l’esperienza è servita a tutti e ognuno di loro si è portato a casa quello di cui aveva bisogno.
Come insegnante accompagnatrice mi sono ritagliata un posto di osservazione privilegiato e ho potuto assistere a litigi cui hanno fatto seguito le riconciliazioni, ad amicizie sbocciate tra persone che nemmeno si conoscevano, a ragazzi che si sono messi alla prova superando insieme le loro paure e i loro disagi. Convivere non è certo facile ma trovare il coraggio di esprimere liberamente le emozioni è importante per intessere sane relazioni. Una scuola di vita che ha dispensato regali a tutti, anche a quelli più increduli o a quelli che non avevano aspettative o ne avevano troppe.
Alla domanda: “Cosa ti porti a casa da questa esperienza? ” Tommaso ha risposto: “di certo non scorderò l’affetto dimostratomi dalle persone che mi circondavano, le emozioni provate, i tramonti sulle montagne, l’alba sorta davanti ai miei occhi e assolutamente non scorderò questa fantastica avventura vissuta insieme.
E aggiunge Emily: “Un’esperienza del genere fa maturare molto e trasmette diversi valori a ciascun individuo. Ci si porta a casa senso di responsabilità ma soprattutto, a parer mio, molta soddisfazione. È bello sapere di star facendo qualcosa insieme che aiuti, anche se in piccola parte, la natura e quindi il nostro pianeta. Da questa avventura ci si portano a casa tantissime nuove esperienze ed amicizie e penso sia un ottimo modo anche per uscire dalla propria zona di confort ed essere produttivi”.
Sono certa che nei momenti di difficoltà, che non mancheranno quest’anno, i ragazzi potranno attingere a questi momenti di fatica e gioia condivisa e credere che la solidarietà e l’amicizia sono valori incommensurabili.
di Claudia Giacomazzi
Tratto da TriesteNews del 12 agosto 2021